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  • Giovanni 3,17

    di Erika Tomassone

    «Dio non ha mandato il suo Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.»
    Secondo Giovanni, Gesù è stato inviato nel mondo come un’occasione offerta per uscire dalla disperazione e dal buio. La disperazione non è intesa come qualcosa di occasionale, dovuta ad alcune circostanze particolari delle nostre vite. Disperazione è la logica conseguenza del vivere cercando la propria origine e il significato della propria vita in se stessi.

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  • Giovanni 8,10-11

    di Erika Tomassone

    «Gesù alzatosi e non vedendo altri che la donna le disse: "Neppure io ti condanno. Va e non peccare più."»
    Una donna, grazie all'abilità di Gesù, scampa ad una condanna per lapidazione. I guardiani della Legge ebraica che l'hanno usata come un caso da discutere per poter incastrare e condannare Gesù come trasgressore di quella stessa legge, hanno lasciato il campo. Gesù, a rischio di condanna. Fino a quel momento è rimasto chino a terra, a tracciare sulla terra segni misteriosi. Non ha voluto mettersi sullo stesso piano degli accusatori, ha rinunciato ad ogni atteggiamento di sfida. La misericordia scrive sulla morbida terra, il contrario della durezza dello spirito di condanna.

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  • Genesi 8,12

    di Erika Tomassone

    «Noè aspettò altri sette giorni, poi mandò fuori la colomba; ma essa non tornò più da lui»
    La storia di Noè, storia di scomparsa e sopravvivenza, è diventata simbolo di eventi storici e personali in cui si rischia di venir sommersi e annientati, in cui però qualcuno scampa, fosse la shoah, la catastrofe nucleare o una malattia potenzialmente mortale. Noè, una figura di scampato e sopravvissuto. Eccolo alla fine delle piogge, a scrutare la sua possibilità di vita oltre la catastrofe. Che c'è là fuori? C'è una vita possibile oltre la distesa delle acque portatrici di morte?

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  • Figure di Natale: Giovanni Battista

    di Klaus Langeneck

    «"Colui che ha la sposa è lo sposo, ma l'amico dello sposo, che è presente e l'ascolta, si rallegra vivamente alla voce dello sposo; questa gioia, che è la mia, è ora completa. Bisogna che egli cresca, e che io diminuisca."» Giovanni 3,29-30 (Giovanni 3,22 – 30)
    Beato chi ha un amico di questo genere! Un amico che si rallegra della fortuna dell'altro, che guarda senza invidia la felicità dell'altro, anzi, considera il bene e il successo dell'altro più importante del proprio avvenire. Sono rari amici di questo genere.

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  • Figure di Natale: Il dodicenne

    di Klaus Langeneck

    «Ed egli disse loro: "Perché mi cercavate? Non sapevate che io dovevo trovarmi nella casa del Padre mio?"» Luca 2,49 (Luca 2,41 - 52)
    Fa male ricevere una risposta di questo genere da un figlio. Fa male accorgerci che ormai è cresciuto e ha cominciato ad avere una vita sua, di cui noi genitori non facciamo parte. Dodici anni. Per noi oggi i nostri figli e le nostre figlie a dodici anni sono ancora piccoli; nel passato, a dodici anni, l'infanzia era finita, i ragazzi cominciavano ad essere considerati adulti, forza lavoro, risorsa per l'economia della famiglia.

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